Il mondo intero ha preso coscienza, in questi ultimi mesi, dell’importanza delle api e delle gravi conseguenze che con la loro morte si possono determinare a danno dell’agricoltura e dell’ambiente in cui viviamo. Paradossalmente, questo importante processo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica si è sviluppato a partire dalle allarmanti notizie che gli Apicoltori statunitensi hanno lanciato a seguito della inspiegabile (solo all’apparenza) scomparsa delle api dai loro alveari.
Oggi, a distanza di alcuni mesi dal primo allarme, il polverone sollevato dagli organi di informazione ha cominciato a diradarsi e la situazione di calamità trova spiegazioni attribuibili in gran parte alle responsabilità umane. Una realtà già triste che può essere addirittura superata dalla fantasia: è il caso degli “apicidi premeditati”, chiara prova dell’ignoranza di quanti ancora combattono contro le api altrui: per ragioni di confine, per paura di perdere un raccolto, per invidia o per rappresaglia. È un allarme anche questo e come tale andrebbe portato all’attenzione delle Autorità competenti. A garanzia collettiva del ruolo che la Legge italiana attribuisce all’apicoltura in quanto “attività di interesse nazionale, utile per la conservazione dell’ambiente naturale”.
Raffaele Cirone Presidente FAI
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